Il welfare aziendale rappresenta una componente sempre più rilevante nelle politiche aziendali volte a promuovere il benessere dei lavoratori e a migliorare la qualità della vita lavorativa.

È un insieme di beni e servizi che l’impresa eroga a favore dei dipendenti, al fine di soddisfare le loro esigenze lavorative ed extra-lavorative e creare un ambiente di lavoro più gratificante e motivante.

Scopriamo chi ha diritto ad usufruire del welfare aziendale, come vengono erogati i beni e i servizi inclusi nel piano e cosa devono fare i dipendenti per accedere al programma.

Chi ha diritto al welfare aziendale

Ad avere diritto al welfare aziendale sono i lavoratori dipendenti delle aziende private. Ma non solo: possono usufruire dei beni e dei servizi di welfare anche i lavoratori autonomi e i liberi professionisti che intrattengono un rapporto di lavoro continuativo con l’azienda. È il caso, per esempio, dei professionisti impiegati con un contratto di collaborazione coordinata e continuativa.

Una delle principali caratteristiche del welfare aziendale è che non prevede alcuna discriminazione in base alle dimensioni dell’impresa e al ruolo. Se il proprio contratto di lavoro rientra tra quelli che ne hanno diritto, tutti i lavoratori, indipendentemente dal livello a cui appartengono, possono usufruire delle iniziative di welfare messe a disposizione dall’azienda.

Quando si sviluppa un piano di welfare, affinché i beni e i servizi inclusi possano essere considerati parte del programma e, quindi, risultare non imponibili, non devono essere erogati ad personam. In questi casi, infatti, l’azienda non può godere della tassazione agevolata perché le iniziative sono considerate parte integrante della retribuzione.

Come stabilito dall’art. 51 del TUIR, l’impresa può accedere alle agevolazioni fiscali previste per il welfare aziendale solo se identifica come beneficiari del programma la generalità di dipendenti o categorie omogenee di lavoratori.

Quando si parla di “generalità di dipendenti”, non si fa riferimento alla totalità dei dipendenti, ma ad una pluralità di soggetti che appartengono ad uno specifico raggruppamento. Quando si parla di “categorie omogenee di lavoratori”, invece, si fa riferimento all’individuazione di un gruppo di dipendenti sulla base di determinati criteri. In questo caso, le imprese sono chiamate ad implementare un piano di welfare a scopo sociale nei riguardi della categoria individuata.

Ecco alcuni esempi di categorie omogenee di lavoratori che le aziende possono individuare per erogare i beni e i servizi di welfare:

  • dipendenti con lo stesso inquadramento professionale;
  • dipendenti con lo stesso livello contrattuale;
  • dipendenti con figli;
  • dipendenti che lavora in una determinata sede;
  • dipendenti domiciliati oltre una certa distanza dalla sede aziendale;
  • dipendenti che appartengono ad una determinata fascia di reddito;
  • dipendenti che scelgono di convertire il premio di risultato in welfare aziendale.

I beneficiari delle misure di welfare aziendale, come previsto dalla normativa, non sono solo i lavoratori. L’art. 12 del TUIR stabilisce che la fruizione delle agevolazioni possa essere estesa anche ai loro familiari. Alcuni beni e servizi spettano solo al dipendente, altri solo ai suoi familiari. Altri ancora, invece, possono essere fruiti da entrambi.

Questo approccio inclusivo tiene conto delle esigenze familiari dei dipendenti e riconosce il ruolo fondamentale che le aziende hanno nel supporto del lavoratore in termini di equilibrio tra vita professionale e privata.

I familiari che possono avere diritto al welfare aziendale sono:

  • i coniugi, anche dello stesso sesso, non separati;
  • i figli, compresi i figli legalmente adottati o in affido;
  • i genitori, anche quelli adottivi;
  • i generi e le nuore;
  • il suocero e la suocera;
  • i fratelli e le sorelle.

È bene tenere a mente che il welfare aziendale può essere obbligatorio e/o volontario. È obbligatorio se previsto dal CCNL di riferimento. I CCNL che hanno introdotto l’obbligo di erogare beni e servizi di welfare a favore dei dipendenti sono numerosi. Il primo ad averlo fatto in fase di rinnovo è stato il CCNL metalmeccanico.

Le imprese sono obbligate a creare un piano di welfare anche se previsto dal regolamento aziendale, indipendentemente dal fatto che derivi da un accordo di II livello o territoriale oppure da una definizione unilaterale.

Come viene erogato

I beni e i servizi del welfare aziendale possono essere erogati secondo modalità diverse in base alle scelte dell’impresa.

Le modalità di erogazione sono principalmente due:

  • erogazione esterna, anche detta on top: il welfare aziendale viene erogato al di fuori della retribuzione. È un’aggiunta rispetto a ciò che il dipendente già riceve dall’impresa;
  • erogazione interna: il welfare aziendale è parte integrante della busta paga del lavoratore.

Più nel dettaglio, in caso di erogazione esterna (o on top), le imprese possono scegliere tra:

  • erogazione unilaterale liberale: l’azienda può attivare e disattivare il piano di welfare secondo le proprie volontà;
  • erogazione unilaterale regolamentata: l’azienda redige un regolamento per cui si impegna ad erogare il welfare;
  • erogazione bilaterale derivante da un accordo di II livello o territoriale: il credito welfare è un premio che si aggiunge alla retribuzione monetaria ordinaria del dipendente.

Se il welfare è obbligatorio perché previsto dal CCNL di riferimento, è ad esso che bisogna attenersi per definire la modalità di erogazione dei beni e dei servizi.

Esistono diverse piattaforme web per la gestione del programma di welfare, attraverso le quali le imprese possono monitorare l’utilizzo del piano e i dipendenti possono fruire dei beni e dei servizi offerti.

Una volta creato il pacchetto di welfare e stabilite le regole di erogazione, l’impresa è chiamata a comunicare ai dipendenti l’attivazione del piano e le modalità per usufruirne.

Come richiederlo alla tua azienda

Per usufruire del welfare aziendale, i dipendenti possono rivolgersi al reparto delle risorse umane o al responsabile del personale per ottenere informazioni dettagliate sui servizi disponibili e sulle modalità di erogazione e fruizione.

È l’azienda a mettere a disposizione dei dipendenti un pacchetto di beni e servizi già definito e a chiarire quali sono le procedure da seguire per accedervi. I dipendenti possono presentare una richiesta formale per usufruire di un determinato servizio non incluso, fornendo tutte le informazioni necessarie. L’azienda valuta la richiesta e provvede ad attivare o meno il servizio.

È importante sottolineare che l’accesso al welfare aziendale è basato su criteri di equità e trasparenza, assicurando che tutti i dipendenti abbiano pari opportunità di usufruire delle iniziative messe a disposizione dall’impresa.

Il welfare aziendale non solo offre vantaggi tangibili ai dipendenti, ma si traduce anche in un guadagno per l’impresa perché aumenta i livelli di soddisfazione, produttività e fedeltà nei confronti dell’organizzazione.

Sapere come funziona il welfare aziendale è il primo passo per creare un piano efficace. Per implementarlo nel modo giusto e raggiungere gli obiettivi prefissati, però, è importante rivolgersi a professionisti del settore. Vuoi attivare un piano di welfare aziendale ma non sai da che parte iniziare? Noi di Emmeduea possiamo aiutarti a creare un piano welfare di successo, supportandoti nel raggiungimento o mantenimento di un migliore equilibrio finanziario.