Il credito d’imposta ricerca e sviluppo è un contributo, rivolto a tutte le imprese residenti in Italia, per incentivare la competitività nei settori ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, imprese 4.0 anche ai fini di una transizione ecologica e digitale.

In questo articolo, capiremo come funziona il credito d’imposta ricerca e sviluppo, come si ottiene, quali sono le attività ammesse e come si riceve.

Il beneficio del credito d’imposta ricerca e sviluppo spetta tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente:

  • dalla natura giuridica;
  • dal settore economico di appartenenza;
  • dalla dimensione;
  • dal regime contabile e dal sistema di determinazione del reddito ai fini fiscali.

Per poter usufruire del credito d’imposta, le imprese devono essere in regola con le normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e adempiere correttamente agli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori. Tuttavia, non possono beneficiare di questo incentivo le imprese che si trovano in stato di liquidazione volontaria, coatta amministrativa o altra procedura fallimentare.

La misura prevede una validità, suddivisa per settori: per alcuni, fino al 31 dicembre 2025, per altri, fino alla fine del 2031.

La percentuale di fruizione della misura credito d’imposta ricerca e sviluppo, ha diverse aliquote, dal 5%, al 15%, al 10% sino ad arrivare al 20%, a seconda del settore di investimento.

Il credito d’imposta per la ricerca e lo sviluppo è accessibile per i beneficiari mediante compensazione, può essere richiesto per tre tipologie di finanziamento:

  • per le attività di ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale in campo scientifico e tecnologico;
  • per le attività di innovazione tecnologica finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati, comprese le attività di innovazione tecnologica 4.0 e green;
  • per le attività di design e ideazione estetica, finalizzate ad innovare in modo significativo i prodotti dell’impresa sul piano della forma e di altri elementi non tecnici o funzionali.

La normativa che regolamenta il credito d’imposta ricerca e sviluppo ha subito diverse modifiche nel corso del tempo, fino ad arrivare alle attuali disposizioni del Decreto MIMIT del 2020.

Come ottenerlo?

Per ottenere il credito d’imposta ricerca e sviluppo, le imprese devono:

  • dimostrare di aver effettivamente sostenuto le spese ammissibili attraverso una certificazione rilasciata dal soggetto incaricato della revisione legale dei conti. Nel caso in cui, l’impresa non sia tenuta per legge alla revisione legale dei conti, può includere nel credito d’imposta le spese sostenute per ottenere la certificazione, fino ad un massimo di 5.000 euro;
  • redigere e conservare una relazione tecnica asseverata che descriva le finalità, i contenuti e i risultati delle attività ammissibili svolte in ciascun periodo d’imposta, relative ai progetti o ai sottoprogetti in corso di realizzazione.

Le imprese interessate, per ottenere il credito d’imposta ricerca e sviluppo, devono inviare una comunicazione pec, al Mise, contenente un modello predisposto con inseriti i dati e le altre informazioni riguardanti l’applicazione del credito d’imposta ricerca e sviluppo.

Quali sono le attività ammesse?

Le attività ammesse al credito d’imposta ricerca e sviluppo sono suddivise per settore.

Le attività di ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale ammesse sono:

  • spese di personale relative ai ricercatori e ai tecnici titolari di rapporto di lavoro subordinato o di lavoro autonomo o altro rapporto diverso dal lavoro subordinato;
  • quote di ammortamento, i canoni di locazione finanziaria o di locazione semplice e le altre spese relative ai beni materiali mobili e ai software utilizzati;
  • spese per contratti di ricerca extra muros aventi ad oggetto il diretto svolgimento da parte del soggetto commissionario delle attività di ricerca e sviluppo ammissibili;
  • quote di ammortamento relative all’acquisto da terzi, anche in licenza d’uso, di privative industriali relative a un’invenzione industriale o biotecnologica, a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una nuova varietà vegetale;
  • spese per servizi di consulenza e servizi equivalenti;
  • spese per materiali, forniture e altri prodotti analoghi.

Le attività di innovazione tecnologica 4.0 e green ammesse sono:

  • spese per il personale titolare di rapporto di lavoro subordinato o di lavoro autonomo o altro rapporto diverso dal lavoro subordinato, direttamente impiegato nelle operazioni di innovazione tecnologica svolte internamente all’impresa;
  • quote di ammortamento, i canoni di locazione finanziaria o di locazione semplice e le altre spese relative ai beni materiali mobili e ai software utilizzati nei progetti di innovazione tecnologica;
  • spese per contratti aventi ad oggetto il diretto svolgimento da parte del soggetto commissionario delle attività di innovazione tecnologica ammissibili;
  • spese per servizi di consulenza per il credito d’imposta industria 4.0 e servizi equivalenti inerenti alle attività di innovazione tecnologica ammissibili;
  • spese per materiali, forniture e altri prodotti analoghi impiegati nelle attività di innovazione tecnologica ammissibili.

Le attività di design e ideazione estetica ammesse sono:

  • spese per il personale titolare di rapporto di lavoro subordinato o di lavoro autonomo o altro rapporto diverso dal lavoro subordinato, direttamente impiegato presso le strutture produttive dell’impresa nello svolgimento delle attività di design e ideazione estetica ammissibili;
  • quote di ammortamento, i canoni di locazione finanziaria o di locazione semplice e le altre spese relative ai beni materiali mobili utilizzati nelle attività di design e innovazione estetica ammissibili al credito d’imposta, compresa la progettazione e realizzazione dei campionari;
  • spese per contratti aventi ad oggetto il diretto svolgimento da parte del soggetto commissionario delle attività di design e ideazione estetica ammissibili;
  • spese per servizi di consulenza e servizi equivalenti utilizzati esclusivamente per lo svolgimento delle altre attività innovative ammissibili;
  • spese per materiali, forniture e altri prodotti analoghi impiegati nelle attività di design e ideazione estetica ammissibili.

Come si riceve il credito d’imposta?

Il credito d’imposta ricerca e sviluppo si riceve per compensazione, deve essere indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo in cui le spese sono state sostenute, e deve comparire nelle dichiarazioni relative ai periodi successivi, fino alla conclusione dell’utilizzo.

La compensazione del credito d’imposta ricerca e sviluppo può essere utilizzato a partire dal periodo successivo a quello in cui le spese ammissibili sono state sostenute, tramite la presentazione del modello F24, attraverso i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate.

L’importo del credito d’imposta ricerca e sviluppo deve essere calcolato considerando altre sovvenzioni o contributi ricevuti per le stesse spese ammissibili.

Inoltre, è possibile applicare il credito d’imposta anche a più attività ammissibili nello stesso periodo, a condizione che siano rispettati i massimali previsti e che i progetti e le relative spese risultino separati per tipo di attività.